Il Senso del Dolore

"Io sangue voglio, all'ira mi abbandono, in odio tutto l'amor mio finì"
Luigi Alfredo Ricciardi è un commissario della regia questura di Napoli, di famiglia nobile e di origine cilentane, ma Luigi Alfredo non è un semplice commissario, anzi, ha un segreto che nasconde a tutti e che gli procura innumerevoli sofferenze, è abituato a chiamarlo il Fatto e in alcuni casi lo aiuta nelle sue indagini. Ricciardi è in grado di vedere le anime dei morti di morte violenta nei secondi prima di esalare l'ultimo respiro e nel posto in cui sono morte e percepisce il dolore che hanno provato in quegli attimi.
Il commissario appare come una persona fredda, chiusa e austera, dedito profondamente al lavoro e incapace di amare, ma l'autore durante tutto il corso del libro ci delinea quali sono veramente le emozioni e le sensazioni di Ricciardi e quanto gli costi sopportare tutto quel dolore.
Il senso del dolore è il primo libro delle avventure del commissario e principalmente ci vengono presentati i personaggi: il brigadiere Maione amico e collega di Ricciardi, il dottor Modo il medico legale, l'unico che può permettersi dell'ironia con il commissario, la dolce tata Rosa e le due donne tra cui si troverà a scegliere, la graziosa e timida Enrica e l'appariscente e bella Livia.
Il racconto è incentrato sull'improvvisa morte del celebre tenore Arnaldo Vezzi, che viene ritrovato nel suo camerino al Teatro di San Carlo in un bagno di sangue e con una scheggia di specchio infilata nella carotide. Tutto ruota sulla risoluzione del caso, ma Ricciardi non è il classico investigatore che si basa su prove e scienza, il commissario fa affidamento sulle emozioni che provano le persone che gli sono intorno e quelle sulla scena del delitto.
Impareremo a conoscere che in realtà Luigi Alfredo è una persona buona e che immenso è il dolore che lo tormenta, scopriremo il suo modo di indagare e ce ne innamoreremo, capiremo che quando dice che l'amore e la fame sono gli unici due moventi di un omicidio è vero e inizieremo a pensarlo anche noi.
Insomma De Giovanni ti trascina nella Napoli del 31, ti fa camminare per le vie di questa magnifica città accanto a Ricciardi senza cappello e con un lungo soprabito grigio, ti fa sentire il freddo delle chiese, l'odore della pasta e fagioli di Rosa, il profumo di Livia e se ti affacci alla finestra ti sembra di vedere Enrica cucire. Senza contare che ti fa innamorare di Napoli più di quanto io non lo sia già, ti fa entrare nel San Carlo, cantare l'opera, visitare i Quartieri Spagnoli e passeggiare in piazza Dante. Ti fa vivere la storia a 360 gradi, come se il libro fosse uno di quelli di Geronimo Stilton che hanno le pagine con le fragranze, mi ha fatto ritornare bambina e crescere in fretta, è stato un susseguirsi di emozioni e l'ho adorato davvero, ho amato questo libro con tutta me stessa e le mie avventure con Ricciardi di certo non finiranno qui.
Voto: ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
Ciaooo lettori ribelli fatemi sapere cosa ne pensate di questo fantastico libro. XOXO!